“There’s a great future in plastic”

Questo diceva Mr McGuire ad un disorientato Ben (Dustin Hofman) nel film Il Laureato nel 1967. Una predizione che si è rivelata reale ma anche drammaticamente problematica. La plastica negli ultimi 40 anni è diventata uno dei materiali di utilizzo più comune grazie alla duttilità, resistenza e al basso costo di produzione. Troppo tardi ci si è resi conto dell’altra faccia della medaglia: dura praticamente sempre ed è stato fino ad oggi più economico produrre nuova plastica piuttosto che riutilizzare quella esistente. Oggi nuove tecnologie stanno rendendo più economico il riciclaggio delle materie plastiche ma ancora molta strada deve essere fatta, soprattutto in due direzioni: il riutilizzo e il packaging.
Il primo è fondamentale. Pensare a prodotti che possano essere riutilizzati a fine vita garantisce un abbattimento completo dei rifiuti, per fare questo non si può solo pensare dopo a cosa fare dei prodotti ma bisogna (ri)pensarli fin dall’inizio con quello scopo.
Il secondo è il mercato che ancora oggi produce più rifiuti, in particolar modo di materie plastiche (peraltro spesso di bassa qualità e quindi di scarso valore nel riciclo). Anche in questo caso ripensare il packaging dei prodotti è fondamentale e permette alle aziende di risparmiare enormi costi di produzione e trasporto, diventando più competitive.
Se non vogliamo surfare in mezzo ai rifiuti ancora una volta dobbiamo iniziare a ripensare i prodotti, il packaging e le modalità di vendita, solo in questo modo saremo più sostenibili sia economicamente (minori costi) sia, soprattutto, per l’ambiente.

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